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BLUE STUFF -7

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Il nuovo disco dei Blue Stuff che segna il debutto della band di Mario Insenga su etichetta Gennarelli Bideri. Un cd da ascoltare tutto d'un fiato per quello che è stato definito "blues agricolo per italiani laterali". 

I brani dell’album sono dodici e sono cantati sia in napoletano che in italiano, come ormai caratteristica dei Blue Stuff. La scaletta si apre con “John Dillinger”, la cui storia diventa il pretesto per parlare delle iniquità del sistema bancario, e prosegue con “Vittorio” e “Ci vuole il cappello”, due storie autobiografiche che raccontano di una vita che è un tutt’uno con la musica del diavolo. Con “Sono stanco”, invece, si rende omaggio al primo brano di blues italiano, composto da Bruno Martino nel lontano 1959. 
Il disco corre, poi, spedito mettendo in fila “Sonny Boy”, dialogo immaginario con l’armonicista del Mississippi capitato nell’Italia dei talent show; “Troppo povero per morire”, che ironizza amaramente sul Bel paese in emergenza permanente; “Levon”, ricordo appassionato del batterista/cantante di The Band; “Napoli addio”, che canta il trasferimento dalla città ‘e Pulecenella e del lungomare liberato; “Siamo fuori”, dal titolo inequivocabile; “Guzzi Falcone”, tributo agli anni ’70 e alla loro musica; “Rubi”, che riporta il discorso all’attualità prendendo di mira i ladrocini di origine politica.
La scaletta si chiude con “Lei”, altra cover d’autore che riprende un brano di Ray. 

 

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